luglio 28, 2007

Tre di San Michele


Carlo Conti, consigliere comunale.


Per una sera con Olga,

la cameriera bianca e rossa,

sono finito in malora nella riva di San Michele,

insieme al benzinaio

e Olga, quella faccia da pagnotta.


Olga Mareschini, cameriera


Alle nove arrivava, la testa grossa i denti grandi,

sedeva, gli occhi ingiù, mi sbirciava. Adelino, che era benzinaio e voleva fare il suonatore,

ogni sera si prendeva una coppetta e m’aspettava.

Poi sui tavoli le sedie, a braccetto fino a casa,

un bacio sulla testa, sulla mano una carezza, e mi salutava.

Venne una sera il consigliere comunale,

all’antipasto occhieggiava

altro pane e mi puntava

il caffè, il fernet, e dritto a casa mi menava.

Quella sera che non si guardarono le carezze,

lui slacciava, la faccia s’informicava, il consigliere comunale m’affogava,

ma poi la porta tremava, Adelino che batteva,

e alla fine l’orecchio se ne andava.


Adelino Casetta, benzinaio.


Era andata niente bene quell'anno.

Il benzinaio nuovo cinque pompe, il bar, i bollini coi regali,

poi la strada nuova,

e gran macchine andavano per la strada nuova.

Allora restava Olga, se ce n’era una che andava bene,

perché anche al complesso eran cominciate le grane.

Col buio portarla a casa, i baci le carezze,

Olga la sera era una mela per bagnarsi la bocca.

Ma poi le guance più rosse e il sedere uno sgabello, andava con le anguille in mano

avanti indietro al consigliere comunale,

quella sera

neanche un’ora, già chiudevan la luce e liberavan le sottane.

Quando mi aveva aperto

quella faccia ridanciana le brillavano gli occhi,

tempo un momento e con le palette era partito l’orecchio.

Quella gridava,

il sangue scolava il consigliere comunale che urlava.

Siam finiti giù dalla riva di San Michele.

Io, Olga e quello, tutti e tre con la testa fracassata.

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